Le migliori serie tv scritte da donne – Parte I

Negli ultimi anni il piccolo schermo ci ha regalato personaggi femminili sempre più sfaccettati e interessanti, anche grazie a una serie di autrici che hanno saputo raccontare – senza paura – storie autentiche, di donne imperfette o fuori dagli schemi.
Abbiamo deciso di raccogliere, in una serie di articoli di approfondimento, le migliori serie tv scritte da donne che vale la pena recuperare.

FLEABAG

Anno: 2016 – 2019
Stagioni: 2

Fleabag è una serie tv di genere dramedy che ha ottenuto un grande successo di pubblico e numerosi riconoscimenti (sei Emmy Awards e due Golden Globe). Nasce come commedia teatrale dalla mente di Phoebe Waller-Bridge, dea indiscussa del black humor britannico, che l’ha in seguito adattata e interpretata per la rappresentazione sullo schermo.

La serie tv conserva alcune caratteristiche specifiche del teatro: per esempio, la protagonista guarda spesso in camera, abbattendo così la quarta parete, per dialogare con il suo pubblico, confidarsi intimamente con lui, chiedergli consiglio, e commentare sarcasticamente alcuni episodi della sua vita.

Fleabag, una giovane londinese, affronta le conseguenze psicologiche della morte della sua migliore amica, mentre si barcamena tra problemi economici e famigliari, e sfrenate avventure sessuali. Phoebe Waller-Bridge mette in scena una donna in frantumi, trasgressiva, autodistruttiva, logorroica, spesso incomprensibile, che fronteggia il trauma e il lutto “a modo suo”. La serie indaga tematiche come la morte, il dolore, le relazioni tossiche e il desiderio femminile, bilanciando perfettamente serietà ed ironia, e rimbalzando senza sosta tra momenti ora struggenti e commoventi, ora spensierati e divertenti.

Fleabag è un capolavoro di scrittura perché fa ridere, fa piangere e sorprende. Se già la prima stagione conquista subito lo spettatore per l’onestà emotiva e sessuale con cui viene rappresentata la vita della sua protagonista, la seconda stagione supera ogni aspettativa, sia nella genialità della sceneggiatura, sia nell’originalità della trama, perché la vita di Fleabag si colora di una love story tanto idilliaca quanto utopica, sicuramente mai vista prima sullo schermo.

Disponibile su: Amazon Prime.

I MAY DESTROY YOU

Anno: 2020
Stagioni: 1

Ideata, scritta, co-diretta e interpretata da Michaela Coel (già nota per la serie tv Chewing Gum), I May Destroy You è sia una dramedy, che intreccia perfettamente humour e dramma, che una detective story, dove la protagonista deve ricostruire gli eventi di una serata che non riesce a ricordare, e dalla quale si è svegliata con lo schermo del telefono rotto e un taglio in fronte.

Arabella, scrittrice millennial londinese e star di Twitter, è una ragazza come tante: beve, fuma, si droga, fa sesso, ama divertirsi; è spesso tossica, sgradevole, antipatica ed incoerente, ma è proprio questo a liberarla dagli stereotipi e a conferirle tridimensionalità. L’episodio di stupro sconvolge la vita di Arabella, ma non la spezza: lei si rifiuta di essere broken woman e, in qualità di soggetto autodeterminante, ricostruisce la propria identità a partire da sé stessa e ritrova la propria voce, servendosi della scrittura come strumento di rivendicazione personale.

Emblematico è il titolo, I May Destroy You: si riferisce al fatto che la violenza subìta potrebbe distruggere la vita di Arabella, ma spetta a lei, e solo a lei, scegliere se essere vittima emarginata o riprendere il controllo della propria storia. Il titolo fa riferimento anche alle fantasie di vendetta che Arabella nutre nei confronti dei suoi stupratori: la serie diventa a tratti un revenge movie, dove la rabbia viene rappresentata così com’è, senza essere mai edulcorata.

A tre anni dal #MeToo, I May Destroy You è la serie che meglio ha saputo indagare, senza filtri, con coraggio ed originalità, tematiche quali la violenza di genere, la rape culture, il consenso, il razzismo e il classismo, le conseguenze e la rielaborazione di un trauma. Michaela Coel scrive una delle personagge più audaci dello schermo, un soggetto attivo e desiderante che si muove in spazi technicolor, abitati da comunità black e queer.

NORMAL PEOPLE

Anno: 2020
Stagioni: 1

Normal People è la serie tv tratta dall’omonimo romanzo best-seller di Sally Rooney (che ha collaborato poi alla stesura della sceneggiatura insieme ad Alice Birch e Mark O’Rowe).
Ambientata in una piccola città d’Irlanda, Normal People è la storia d’amore tra Marianne e Connell, del loro percorso come amici, amanti, fidanzati e compagni di vita dal liceo fino all’età adulta.

Marianne è schietta, sarcastica, sofisticata, ed emarginata da tutti, mentre Connell è sensibile, schivo, ma molto popolare e ben voluto: è questa loro diversità ad attrarli irrimediabilmente l’una all’altro, sia sul piano sessuale che intellettivo. Ciò che accomuna i due protagonisti è che, a differenza di quanto si possa evincere dal titolo, sono tutt’altro che “normali”; sono entrambi outsider, perché si rifiutano di aderire a quei modelli comportamentali imposti da una società che si fonda su solide dicotomie di genere: Marianne non volta mai le spalle alla propria intelligenza, e si emancipa da una dinamica famigliare che la vuole fragile e remissiva, mentre Connell rigetta ogni forma di mascolinità tossica, per lasciare emergere la propria emotività.

La relazione tra Marianne e Connell si basa sul consenso e la comunicazione: i due parlano durante e dopo il rapporto sessuale per chiedere se “è tutto okay”, facendo costante attenzione ai propri desideri e al piacere reciproco; è questo a rendere il sesso realistico, erotico, ma mai pornografico e voyeuristico (nota di merito alla bravura dei due protagonisti interpretati da Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones, entrambi nel loro primo ruolo televisivo). La serie non è solo un teen-romance, ma anche un coming-of-age: Marianne e Connell trovano un posto nascosto l’uno nell’altra per completarsi, per poi diventare, nel corso della serie, due unità indipendenti, e finalmente scegliersi non per necessità, ma per volontà. Ecco qui il significato di crescere secondo la Rooney.

Normal People mette in scena i desideri e i disagi della generazione millennial, con le sue fragilità, gli imbarazzi, le paure, le disillusioni, e il costante senso di inadeguatezza. Sally Rooney accompagna per mano i suoi protagonisti, senza mai giudicarli, ma anzi indagando con delicatezza i loro stati psicologici ed emotivi. La storia d’amore tra Marianne e Connell è passionale e dolorosa, intima e carnale, ma soprattutto “tattile”: è possibile toccare i sentimenti dei due protagonisti, sentendo ciò che sentono loro. Normal People è una carezza e allo stesso tempo uno schiaffo, perché l’amore è così: bellissimo e brutale.

Disponibile su: Starz Play e Mediaset Play

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